tag:blogger.com,1999:blog-54962832853399272172024-03-13T15:06:51.842+01:00Mockumentaryil regno dell'(in)verosimile
se vuoi segnalare un film, contattami a
carlo.prevosti@gmail.comCarlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.comBlogger339125tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-69648887277192869032015-07-14T10:04:00.001+01:002015-07-14T10:05:08.453+01:007 DAYS IN HELL - una partita infinita<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Presentato al <a href="http://www.comic-con.org">Comic-Con</a> di San Diego, <b>7 Days in Hell</b> racconta il match più lungo della storia di Wimbledon che vede l'epica sfida tra due agguerriti rivali, l’americano Aaron Williams e l’inglese Charles Poole.
Il primo, interpretato da Andy Samberg, è un bad boy che ricorda da vicino Andrè Agassi, il secondo, interpretato da Kit Harington (ormai noto in tutto il mondo come John Snow), è un giovane talento sotto una pressione enorme perché potrebbe essere il primo britannico a vincere il più nobile degli Slam dal 1930. Ma c'è anche il cuore in mezzo alla vicendca, perché oltre alla sfida sportiva, in palio c'è anche l'amore di una bellissima modella.
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<a href="http://www.corrieredellosport.it/news/simospia/2015/06/24-1921085/7_days_in_hell_il_match_pi_lungo_della_storia_di_wimbledon/?cookieAccept">Il Corriere dello Sport</a> ci racconta che nella realtà il match più lungo della storia del tennis fu disputato proprio a Wimbledon in tempi relativamente recenti. Siamo nel 2010 quando nel primo turno della competizione si affrontano l'americano John Isner e il francese Nicolas Mahut. La sfida si protrae per tre giorni, dal 22 al 24 giugno, e dura 11 ore e 5 minuti. Una maratona infinita che entra di diritto nel Guinness dei primati come l'incontro professionistico più lungo della storia sia per numero di game giocati che per tempo effettivo di gioco. Per la cronaca, a vincere alla fine sarà Isner con il punteggio finale di 6–4, 3–6, 6–7, 7–6, 70–68.
Il film è stato trasmesso dal canale HBO l'11 di luglio, in occasione della finale del torneo di Wimbledon.Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-7370094972712058962015-01-08T15:59:00.000+01:002015-01-08T16:00:21.765+01:00SPOT: Struck by a rainbow<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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BBDO Toronto continues the absurdist tendencies of Skittle’s advertising with one of the brand’s strangest ads in recent memory. Entitled “Struck By A Rainbow,” the ad is a mockumentary about a man named David who is hit by a rainbow, changing his skin to Skittles. Directed by Conor Byrne, the video, while never laugh out loud funny, convincingly mirrors and parodies the tropes of documentaries about people combating adversity, getting the feel just right. The long running time (“Struck By A Rainbow” clock in at well over three minutes) is used to show most of the implications of David’s condition and show David’s journey from struggle to acceptance. In case you’re wondering, a doctor points out that “From a medical perspective, there’s nothing wrong with David. His skin is just now Skittles.”
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The spot saves one of its more obvious jokes for the end, as David’s wife leans in to kiss him on the cheek and bites off a Skittle. While over three minutes is a very long time to spend watching an ad, and the premise is stretched a bit thin by the long running time, this should still appeal to fans of the brand’s distinctly oddball humor, and anyone creeped out too much by the idea would stop watching immediately anyway.
“Struck By A Rainbow” debuted on YouTube and the brand’s Facebook page on December 8th, but the campaign also includes a digital buy featuring 30-second teasers to drive additional views. Media support for the spot will continue around four weeks. </div>
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<a href="http://adsoftheworld.com/media/online/skittles_struck_by_a_rainbow">Info</a></div>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-79927278370763243522014-11-14T09:47:00.000+01:002014-11-14T09:47:19.709+01:00MOCKUMENTARY - Se ne parla a Bookcity 2014<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Si parla di Mockumentary sabato 15 novembre ore 15.00, nell'Aula 109 dell'Università Statale di Milano. </div>
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L'occasione è offerta dal grande evento di <a href="http://www.bookcitymilano.it/">Bookcity 2014</a>. Cura l'incontro Cristina Formenti, autrice del libro <a href="http://www.mimesisedizioni.it/Press/Eventi/Mimesis-a-Bookcity-.-Alla-scoperta-del-mockumentary-sabato-15-novembre-ore-15.00-Aula-109.html">Il mockumentary: la fiction si maschera da documentario</a> (ed. Mimesis, 2014). In compagnia dell’autrice, ci saranno Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni, registi del film <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2012/10/vero-e-falso-documentamy-porta-varese-i.html">Il mundial dimenticato</a>", cui è dedicato l’ultimo capitolo del volume. Più precisamente, verrà proposto un percorso audiovisivo alla scoperta dei molti volti che può assumere quella sfuggente forma cinematografica nota come mockumentary. Attraverso la
proiezione di brevi montaggi che raccolgono frammenti di celebri pellicole, originali filmati dell'artista contemporanea Marta
Dell'Angelo e la testimonianza di Garzella e Macelloni si metterà in luce come e perché un cineasta scelga di travestire da documentario una vicenda di fantasia.
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<a href="http://www.interni-events.com/Uploads/Image/FACCIATA.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.interni-events.com/Uploads/Image/FACCIATA.jpg" height="210" width="320" /></a></div>
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<i>Da quando nel 1965, con "The War Game", il britannico Peter Watkins ha realizzato il primo vero e proprio mockumentary della storia del cinema, nella creazione di questi ibridi si sono cimentati sia registi emergenti sia importanti autori, come Peter Jackson, Woody Allen e Peter Greenway. E, in risposta ad un crescente bisogno del pubblico di fruire prodotti
audiovisivi apparentemente reali, a partire dalla fine degli anni Novanta, il finto documentario è andato dilagando sia sul grande sia sul piccolo schermo, per approdare in tempi più recenti anche sul web. Nel suo libro, che costituisce il primo studio italiano sull’argomento, Cristina Formenti indaga questa variegata e sterminata produzione audiovisiva, fornendone prima una panoramica complessiva per poi focalizzarsi sull’analisi di alcuni mockumentary filmici rappresentativi dei molti volti di questa forma audiovisiva. </i></div>
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<i>Il volume, che colma un vuoto nel nostro panorama editoriale, conduce quindi il lettore alla scoperta di questi ibridi dal carattere multiforme e sfuggente che si mascherano da documentari per raccontare vicende di finzione, irridendo la tendenza dello spettatore a credere a tutto ciò che gli viene presentato come vero. In particolare, l’autrice delinea anatomia, storia e funzionamento di questi seducenti prodotti audiovisivi per mettere in luce come, più che un genere, il mockumentary sia uno stile narrativo trasversale a generi, media e poetiche autoriali.</i></div>
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Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono, 7, 20122 Milano, Italia45.4601435 9.194584299999974145.454575 9.1844992999999739 45.465712 9.2046692999999742tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-50047825638940031032014-09-19T11:36:00.002+01:002014-09-19T11:36:53.881+01:00WHAT WE DO IN THE SHADOWS - Come ridere di paura con "veri" vampiri<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Un quartetto di vampiri, che vivono nella moderna Wellington, in Nuova Zelanda, invitano un gruppo di documentaristi per essere filmati mentre preparano il loro ballo di gala annuale, dove si incontrano morti viventi provenienti da tutta la città per una serata all'insegna del divertimento. </div>
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Arriva, guarda caso, dalla Nuova Zelanda il film di Taika Waititi e Jemaine Clement presentato allo scorso <a href="http://filmguide.sundance.org/film/13930/what_we_do_in_the_shadows">Sundance Film Festival.</a> </div>
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<i>But it won't be at the American event for the prestige and influence. The pair's low-budget mockumentary What We Do in the Shadows is part of of the festival's "Park City at Midnight" section, the late-night just-for-kicks part of the programme.
Its world premiere at Sundance will still be an American sales springboard for the the film which was co-directed and written by Clement and Waititi, who performed as comedy duo The Humourbeasts in the days before <a href="http://flightoftheconchords.co.nz/">Flight of the Conchords</a>. </i></div>
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<i> The film follows a 2006 short of the same name by the pair which screened at the New Zealand International Film Festival.
Directors Jemaine Clement and Taika Waititi, assisted by fellow comedian Jonathan Brugh, explore the flatting lifestyle of three perennial bachelors, vampires Vulvis (aged 700, maybe 701), Viago (229) and Deacon (107).
Listless, dandified masters of the artful sigh, they waver between trying to spook the anonymous filmmaker with their doomy tales, and making silken plays for pity. If you thought never dying might be cool, they're here to tell you about the hollowness at the core of their eternal round of irritating household chores, domestic squabbles and Saturday nights being mistaken for homosexuals in the Courtenay Quarter. </i></div>
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<i>Few will be impressed by their haughty approach to younger vampires, though many may admire their openness in addressing such longstanding questions as: how can any man who never sees himself in a mirror care so obsessively about clothes, hair, and skin tone?
Both of Waititi's earlier features <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Eagle_vs_Shark">Eagle vs. Shark</a> (which starred Clement) and Boy were nominated for the Grand Jury Prize at Sundance in 2007 and 2010 respectively.</i></div>
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Fonte | <a href="https://www.blogger.com/goog_1377699496">n</a><span style="text-align: left;"><a href="http://zherald.co.nz/">zherald.co.nz</a></span></div>
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<iframe width="400" height="225" src="//www.youtube.com/embed/mks_v_8qwLs" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-10341898226155069522014-08-21T09:08:00.002+01:002014-08-21T09:10:46.943+01:00INTO THE STORM - a caccia di tornado con la videocamera<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Il film <a href="https://www.youtube.com/watch?v=cTrLpOmCYhk">Twister</a> ha segnato nel suo piccolo la storia degli effetti speciali digitali dando vita alle prime tempeste realizzate con la computer grafica con una forte verosimiglianza, oggi <b>Into the Storm</b> porta il (presunto) genere del <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/search/label/found%20footage">found footage</a> affianco a una troupe di documentaristi a caccia di queste impressionanti espressioni della natura. </div>
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Il presupposto potrebbe anche essere buono, ma nonostante gli sforzi di Steven Quale di giustificare inquadrature più o meno assurde con il <i>panopticon</i> creato da telecamere digitali amatoriali, cellulari e videocamere di sicurezza, non riesce a mantenere una credibilità documentaristica che servirebbe per creare un'atmosfera realistica attorno al film. </div>
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Nonostante buoni effetti speciali il film si perde in situazioni assurde, personaggi inverosimili e battute di becero patriottismo americano che fanno perdere ogni interesse al film. Lasciando perdere un discorso più approfondito sul come dei dilettanti possano possedere e utilizzare perfettamente delle attrezzature in grado di lavorare sotto un diluvio che avrebbe affondato anche l'arca di Noe. Non c'era molto da aspettarsi da questo film, ma nemmeno quello...</div>
</div>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-69931306243244222162014-07-28T14:05:00.000+01:002015-07-14T10:07:02.978+01:00MAN OF CRISIS - Il mock perso (e ritrovato) di Woody Allen<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<iframe src="https://player.vimeo.com/video/103025973" width="400" height="298" frameborder="0" webkitallowfullscreen mozallowfullscreen allowfullscreen></iframe> <p><a href="https://vimeo.com/103025973">Men of Crisis: The Harvey Wallinger Story</a> from <a href="https://vimeo.com/user16247695">pepe sinatra</a> on <a href="https://vimeo.com">Vimeo</a>.</p>
1971, I nell'intervallo di tempo tra <b>Il dittatore dello Stato libero di Bananas</b> e <b>Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere</b>, Woody Allena realizza il cortometraggio <b>Man of Crisis</b>, un mockumentary ironico su Richard Nixon. A quanto pare la PBS che lo aveva commissionato decise di non mandarlo in onda. Nel 1972 Nixon vinse poi le elezioni...
La storia completa è su <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/25/woody-allen-linedito-docu-film-sul-presidente-richard-nixon-scovato-in-rete/1068921/">Ilfattoquotidiano</a>.Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-12422973745698866772014-07-28T12:52:00.001+01:002014-07-28T12:54:10.313+01:00Andy's (Kaufman) other Job<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Lo ricorderete sicuramente per il bellissimo film <b>Man on the Moon</b> di Milos Forman, lui è l'irriverente comico Andy Kaufman che nel Midnight Special del 1981 si presentava come un comico da doppio lavoro...
Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-68697633627963921042014-07-04T12:07:00.000+01:002014-07-04T12:27:18.490+01:00TUSSILAGO, terrorismo tra animazione e documentario<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Come può l'animazione, che per definizione è la forma più pura di astrazione dalla realtà, aderire alle forme canoniche del documentario?
Ecco un esempio con il corto <b>Tussilago</b>, un corto che racconta la storia di un terrorista della Germania Ovest, di nome Norbert Kröcher, arrestato il 31 marzo 1977, con l'accusa di essere a capo di un progetto per rapire la politica Anna-Greta Leijon. Alcuni sospetti sono stati arrestati in quei giorni, una di queste è "A", la fidanzata di Kröcher's ex-girlfriend, "A". In questo film la sua storia.Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-13425573268312671542014-04-09T11:58:00.001+01:002014-04-09T11:58:24.872+01:00CORTO - Il battimanista<iframe src="//player.vimeo.com/video/89393834?color=ff9933" width="400" height="225" frameborder="0" webkitallowfullscreen mozallowfullscreen allowfullscreen></iframe><div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<b>Il Battimanista</b> di Roberto Cicogna è un cortometraggio realizzato anche grazie al supporto di Cortisonici Lab di Varese, una bella esperienza che ha portato alla concretizzazione di un vero e proprio piccolo film.Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com1Varese VA, Italia45.820598900000007 8.825057600000036545.732074400000009 8.6636961000000365 45.909123400000006 8.9864191000000364tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-39916839966285187322014-01-16T15:46:00.000+01:002014-01-16T15:47:33.824+01:00OSCAR 2014 - I 5 documentari in concorso<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://www.mountainfilm.org/files/styles/main_image_for_border_425/public/images/blogs/oscars12.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.mountainfilm.org/files/styles/main_image_for_border_425/public/images/blogs/oscars12.jpg" height="169" width="320" /></a></div>
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Diventa quasi una tradizione il post in cui presento la cinquina delle nomination per il premio <a href="http://www.oscar.com/">Oscar</a> per il Migliore Documentario. L'annata 2014 vede in corsa cinque titoli di cui, come spesso accade, il grande pubblico non ha mai sentito parlare. Personalmente ho avuto la fortuna di assistere alla presentazione di <span id="goog_180816516"></span><a href="http://theactofkilling.com/"><b>The Act of Killing</b></a><span id="goog_180816517"></span> durante lo scorso <a href="http://www.milanofilmfestival.it/">Milano Film Festival</a> e le parole di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Joshua_Oppenheimer">Joshua Oppenheimer</a> sono state tra quelle che lasciano il segno. Difficile non pensare che un film così incredibile, che può accreditare niente meno che Werner Herzog e Errol Morris alla produzione, non sia il favorito alla vittoria per questa edizione.</div>
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Il film documenta alcuni anni trascorsi da Joshua Oppenheimer in Indonesia, per raccontare la storia di Anwar Congo e i suoi sodali. Ora sono anziani attori, volti noti della televisione indonesiana, ma un tempo erano i capi degli squadroni della morte che imperversavano sull’isola di Giava. Giovani bagarini che lavoravano davanti ai teatri, entrarono ben presto nell’orbita dei ribelli di Suharto e, una volta iniziato il colpo di stato, diedero personalmente il loro contributo a uccidere o a ordinare l’eliminazione di migliaia di persone: cinesi, filocomunisti e dissidenti (o presunti tali) di vario genere.
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="//www.youtube.com/embed/YXS6Aby5AUg" width="400"></iframe>
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Il secondo film è <b>Cutie and the boxer</b>, di Zachary Heinzerling e racconta la strana storia d'amore, ambientata a New York, tra il pittore "boxer" Ushio Shinohara e di sua moglie Noriko.
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="//www.youtube.com/embed/bvVvDYv-4AM" width="400"></iframe>
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<b>The Square</b> di Jehane Noujaim è invece un lucido ritratto della rivoluzione egiziana nata in Piazza Tahrir, concentrando il focus su cinque rivoluzionari e su come riescano a conservare intatti i propri ideali per difendere la propria nazione.<br />
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Si parla di guerra invece in <b>Dirty Wars</b>, di Richard Rowley, un film che immerge direttamente nel cuore della guerra basato sul libro <i>Dirty Wars: The World Is a Battlefield</i> di Jeremy Scahill.
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="//www.youtube.com/embed/tWyUJcA8Zfo" width="400"></iframe>
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Di ben altro taglio il film <b>20 feet to stardom</b> di Morgan Neville, un documentario che indaga il mondo dorato del rock visto da chi lavora nel backstage dei palchi di grandi star come Bruce Springsteen, Sting, Mick Jagger, Sheryl Crow e tanti altri big internazionali. In poche parole il <i>The Dark side of Rock</i>!
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Abbastanza chiaro per chi sono di parte? Ora non resta che aspettare la notte del 2 marzo!</div>
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Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti34.0928092 -118.3286613999999934.040211199999995 -118.40934239999999 34.1454072 -118.24798039999999tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-5692659534449264422014-01-14T16:37:00.000+01:002014-01-16T10:36:34.105+01:00LIBRI - Mimesis pubblica (finalmente) una monografia sul mockumentary<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-bN9peUYPCvg/UtVYZrfXikI/AAAAAAAAAws/x17LvMrSjQM/s1600/Schermata+01-2456672+alle+16.30.24.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-bN9peUYPCvg/UtVYZrfXikI/AAAAAAAAAws/x17LvMrSjQM/s320/Schermata+01-2456672+alle+16.30.24.png" height="264" width="320" /></a></div>
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La casa editrice <a href="http://www.mimesisedizioni.it/">Mimesis</a>, molto attenta a temi cinematografici di nicchia, colma una lacuna che l'editoria italiana non sembrava essere interessata a chiudere. Diciamo tranquillamente che in tempi non sospetti avevamo avanzato una proposta analoga, ma a quanto pare i tempi non erano maturi e gli "sponsor" non abbastanza appetibili.<br />
<br /></div>
<h1 style="border: 0px; color: #8c0a0a; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 23px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; text-transform: uppercase;">
</h1>
<div style="text-align: justify;">
Da quando il britannico Peter Watkins, con <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/03/war-game-di-peter-watkins.html">The War Game</a> (Id., 1965), ha dato vita al primo vero e proprio mockumentary della storia del cinema, il finto documentario è andato dilagando sia sul grande sia sul piccolo schermo. Queste opere, affascinanti in quanto falsificano le estetiche del cinema del reale per raccontare vicende di finzione, in Italia sono ancora poco indagate. Il volume, che si propone di contribuire a colmare questo vuoto, condurrà il lettore alla scoperta di tali ibridi, delineandone anatomia, storia e funzionamento per mettere in luce come, più che un genere, il mockumentary sia uno stile narrativo trasversale a generi e poetiche autoriali, nonché a diversi media. </div>
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L'autrice del volume <a href="http://www.mimesisedizioni.it/Cinema/Il-mockumentary.html">Il Mockumentary</a> è Cristina Formenti, dottoranda di ricerca presso il Dipartimento di Beni culturali e ambientali dell’Università degli Studi di Milano, dove porta avanti un progetto incentrato sul documentario animato. Il suo principale interesse di ricerca è costituito da tutte quelle forme cinematografiche che appartengono al territorio della docufiction.</div>
</div>
Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-42157839952331849032013-11-07T20:15:00.003+01:002013-11-07T20:16:40.427+01:00FUGU & TAKO - il trailer<iframe width="400" height="225" src="//www.youtube.com/embed/nvt1KaaQGHY" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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Ecco un trailer curioso, questa volta si tratta di un cortometraggio. <b>Fugu & Tako</b> è infatti un breve film scritto e diretto dal pluripremiato Ben West, una storia assurda basata su effetti speciali decisamente stupefacenti. </div>
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La storia è quella di un uomo d'affari giapponese che dopo aver mangiato del sushi avariato, si trasforma letteralmente in un uomo-pesce palla.
Il film intero è visibile nella sezione "on demand" di <a href="https://vimeo.com/ondemand">Vimeo.com</a>. Grazie a <a href="https://www.facebook.com/mrta.b/posts/10202012542409184?comment_id=6764208&notif_t=comment_mention">Marta</a> per la segnalazione.</div>
</div>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-45569611025696533512013-06-26T14:16:00.000+01:002013-06-26T14:39:52.858+01:00WILLOW CREEK - Il found footage sul mitico Bigfoot<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<br /><iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/eHcqBIPecRE" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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Il <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/search/label/found%20footage">found footage</a> è diventato un po' uno standard nel mondo dell'horror contemporaneo, dalle <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/04/blair-witch-project-di-daniela-myrick-e.html">streghe</a> di Blair ai <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2011/01/troll-hunter-la-caccia-al-troll.html">Troll</a> norvegesi, sono molte le creature criptozoologiche che hanno ispirato pellicole che promettono brividi di paura. </div>
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Questa volta tocca al <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Bigfoot">Bigfoot</a>, il misterioso uomo scimmia che da oltre 200 anni si dice che viva nei boschi dell'America Settentrionale. Al timone di questa nuova produzione c'è Bobcat Goldthwait, regista di <a href="http://www.youtube.com/watch?v=GEFj0Pngu_E">God Bless America</a>.
Su <a href="http://www.cineblog.it/post/205621/willow-creek-trailer-del-found-footage-horror-sul-bigfoot">Cineblog</a> ci fanno notare che non è la prima volta che questa creatura è protagonista di un film, prima sono venuti <b>Bigfoot: The Lost Coast Tapes</b> e il recente <b>Embedded</b>, di cui vediamo i trailer qui di seguito.</div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/S8JW5p-D_mo" width="400"></iframe><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/uWqCnowo_Vw" width="400"></iframe>
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<br /></div>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-6890634480304688732013-05-19T10:39:00.001+01:002013-05-19T10:40:21.159+01:00BELLARIA FILM FESTIVAL dedica un workshop con Lorenzo Garzella ai mockumentary<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-3PPoyNMuqP4/UZidl1ywWsI/AAAAAAAAAuk/Uf-cYznLUa0/s1600/Bellaria-film-festival.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="http://1.bp.blogspot.com/-3PPoyNMuqP4/UZidl1ywWsI/AAAAAAAAAuk/Uf-cYznLUa0/s320/Bellaria-film-festival.jpg" width="320" /></a></div>
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Il <a href="http://www.bellariafilmfestival.org/dett_sez.html?id=1&bar=1">Festival di Bellaria</a>, arrivato alla 31ma edizione, nonostante cambi drastici di direzione voluti o imposti negli ultimi anni, torna a dedicarsi al mondo del documentario e si conferma come uno degli eventi più sensibili dove emergono le novità del cinema italiano. Dopo una tavola rotonda tenuta al <a href="http://www.pesarofilmfest.it/">Festival di Pesaro</a> nel 2000, a tredici anni di distanza il falos documentario torna protagonista di un interessante workshop che sarà tenuto da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Garzella">Lorenzo Garzella</a>, regista dello splendido <i>Il mundial dimenticato</i>, che sicuramente (a nostro avviso) è il miglior mockumentary fino a oggi realizzato in Italia. </div>
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<a href="http://1.bp.blogspot.com/-nqEH9B1asYQ/UZidIoyVkzI/AAAAAAAAAuc/KeaBA_maSb8/s1600/xxxx_12_a_newsletter_800px.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="176" src="http://1.bp.blogspot.com/-nqEH9B1asYQ/UZidIoyVkzI/AAAAAAAAAuc/KeaBA_maSb8/s320/xxxx_12_a_newsletter_800px.jpg" width="320" /></a></div>
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Il <b>Workshop #2 ALLA SCOPERTA DEL MOCKUMENTARY</b> avrà questo programma. </div>
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- venerdì 31 maggio ore 10-13
ore 10 - <i>Introduzione ad un genere anomalo, sfuggente, trasversale, ondivago</i>. </div>
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<i>Autori, pubblico, critica</i>: gli incerti confini tra forma e contenuto, tra gioco ed equivoco, tra realtà e immaginazione, tra fiction e fake.
<i>Cinema di denuncia</i>: il primo Oscar come miglior documentario a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/03/war-game-di-peter-watkins.html">The War Game</a> (1965) di Peter Watkins.
<i>Cinema d'autore</i>: da Orson Welles a Woody Allen, da Wermer Herzog a Peter Jackson. <i>Il genere found footage tra reportage e cinema horror</i>: da <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/02/cannibal-holocaust-di-ruggero-deodato.html">Cannibal Holocaust</a> (1979) a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/04/blair-witch-project-di-daniela-myrick-e.html">The Blair Witch Project</a> (1999). <i>La Storia e i what if</i>: politica, misteri, leggende, attentati. Da <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/01/operazione-luna.html">Operazione Luna</a> (2002) a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/03/nothin-so-strange-di-brian-flemming.html">Nothing So Strange</a> (2002), da <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/05/werner-herzog-parla-di-incident-at-loch.html">Incident at Lochness</a> (2004) a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/01/death-of-president-di-gabriel-range.html">Death of a President</a> (2006).
<i>Musica</i>: dai Beatles ai <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/03/rutles-di-eric-idle.html">Rutles</a>, passando per <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/02/this-is-spinal-tap-di-rob-reiner.html">The Spinal Tap</a>. Il cinema di fiction strizza l'occhio al documentario. <i>Commedie spericolate, parodie, televisione</i>: da Cristopher Guest a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/02/borat-di-larry-charles.html">Borat</a>. <i>Horror e thriller</i>: da <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2009/11/paranormal-activity-un-fenomeno-da.html">Paranormal Activity</a> (2007), a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/08/venezia-2007-rec-di-jaume-balaguer-e.html">Rec</a> (2007), a <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2009/05/district-9-il-nuovo-progetto-di-peter.html">District 9</a> (2009). <i>L'Italia e il mockumentary</i>: da Luciano Salce a Federico Fellini, da Massimo Troisi a Ciprì e Maresco, passando per Carlo Lucarelli e gli esempi più recenti.
ore 11.30 - Proiezione di <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2012/10/vero-e-falso-documentamy-porta-varese-i.html">Il Mundial dimenticato</a> (2011) di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni. </div>
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-bf6QAMBpAZU/UZid2KSj3hI/AAAAAAAAAus/jHreuEZjBr0/s1600/1281604-mundial.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="178" src="http://2.bp.blogspot.com/-bf6QAMBpAZU/UZid2KSj3hI/AAAAAAAAAus/jHreuEZjBr0/s320/1281604-mundial.jpg" width="320" /></a></div>
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- sabato 1 giugno ore 10-13
<i>Il Mundial dimenticato: tra la Patagonia e la patafisica. Le pazze vicende di un'avventura produttiva italo-argentina.</i>
<i>Il Mundial Dimenticato</i>: dalla scrittura alla realizzazione. La verità del contesto, la surrealtà delle vicende narrate. Esempi di alcune scene nelle loro varie fasi: dalla sceneggiatura al casting, dalle ricerche d'archivio ai sopralluoghi, dalle riprese alla post-produzione.
<i>Gli infiniti incastri del mockumentary</i>: personaggi reali che dicono la verità, personaggi noti che raccontano favole, finte interviste, fonti vere (testate di giornali noti, logo dell'Istituto Luce) e notizie inventate, veri filmati d'archivio decontestualizzati, messa in scena di finti filmati d'archivio, ambienti attuali e reportage truccato, voce fuori campo nei suoi diversi utilizzi, fotomontaggi e post-produzione (da Photoshop agli effetti speciali).
<i>Il web e la campagna virale</i>: da Buffon all'ong Survival.<i> Le reazioni del pubblico</i>: dal Festival di Venezia al Sudamerica, dalla Cina al Brasile.</div>
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Tra gli altri workshop, segnaliamo anche l'interessante tema del <a href="http://www.europaquotidiano.it/2013/05/13/e-il-crowdfunding-approda-a-bellaria/">Crowdfounding</a> a cura </div>
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Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0Bellaria-igea Marina RN, Italia44.1332889 12.48346579999997644.087705899999996 12.402784799999976 44.1788719 12.564146799999977tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-29320886753933896632013-04-10T20:55:00.001+01:002013-04-10T20:55:39.972+01:00VIVE LE ROCK - Edoardo Winspeare ci prova con il falso documentario<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://2.bp.blogspot.com/-z7Fpmct41jI/UWXC9XZjX-I/AAAAAAAAAtM/0F1mhTARmDE/s1600/www.ilvelino.jpeg" imageanchor="1"><img border="0" height="128" src="http://2.bp.blogspot.com/-z7Fpmct41jI/UWXC9XZjX-I/AAAAAAAAAtM/0F1mhTARmDE/s320/www.ilvelino.jpeg" width="320" /></a></div>
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Alex (al secolo Donato Del Giudice) ha 35 anni, sembra un Pinocchio punk. La sua generazione non c’entra niente con il punk più duro. Ma lui ne è ossessionato. Forse perché Johnny Thunders (artista scomparso nel 1991) gli ha salvato più di una volta la vita. Lui vuole togliersi la vita, ma qualcosa lo salva. Una proposta: dovrà seguire una band indie-rock brasiliana, i Vivendo do òcio (che nel frattempo ha spiccato il volo in patria agli Mtv Awards), scelta come gruppo di apertura al concerto di Lou Reed (in realtà lo chiuderà). </div>
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Dopo documentari sull’universo femminile (“Eccomi” e “A Sud delle donne”), Alessandro Valenti presenta al Festival del cinema europeo (in corso a Lecce) “Vive Le Rock”, prodotto da Edoardo Winspeare (con la collaborazione di Vestas Hotels & Resorts) per la sua Saietta Film (di cui è socio con Gustavo Caputo). Questa produzione di Lecce, nata l’anno scorso, presto vedrà il primo ciak del lungometraggio “In grazia di Dio”, scritto da entrambi. Una lunga collaborazione quella tra Winspeare e Valenti: in scrittura e sul set (Alessandro ha recitato in “Sangue Vivo”).
“Vive Le Rock” (costato 50 mila euro) avrebbe dovuto essere presentato ad Italia Wave Love Festival, ed invece passa in anteprima come Evento speciale al Festival del cinema europeo. “Il giovane 35enne protagonista – racconta Valenti classe 1973 – narra il suo immaginario. E’ una persona che ha vissuto esperienze estreme e che è stato salvato dalla musica. Nel mockumentary questo ragazzo che ama il punk segue note non punk, e lo si osserva in una dimensione estraniante, come se si trovasse sempre altrove”.
Intanto, il primo ciak di “In grazia di Dio” sarà battuto nel Basso Salento (“Non è una scelta provinciale – precisa Wnspeare -, lo faccio per la passione e i legami che ho con questa terra, e in umiltà, conoscendo qui ogni cosa”) il 29 aprile. </div>
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“Racconta – anticipa il regista classe 1965 – la storia di una famiglia in questo tempo di crisi. Protagonisti sono i ‘fasonisti’, una sorta di ‘cinesi d’Italia’, che lavorano in piccole fabbriche per grandi brand nazionali, relegati in scantinati. Ma cadranno in disgrazia per la concorrenza dei veri cinesi, le banche, l’usura ed Equitalia (curiosità il mio socio ne è un dipendente). Costretti a chiudere per questi motivi, si trasferiranno in campagna, senza alcun romanticismo”, e sentimenti bucolici. “Qui – continua Winspeare - riescono a sopravvivere grazie al baratto. Il film è duro e crudo, ma è sulla felicità”. In scena attori non professionisti, “tutti del posto, ognuno col suo soprannome originale. Qualche professionista ci sarà, ma avrà solo ruoli minori”. Il film prevede 5 settimane di lavorazione, è “finanziato dalla Apulia Film Commission e da vari sponsor, ma anche col baratto – dice Winspeare precisando -, io faccio spot in cambio di aiuti produttivi”. </div>
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Da <a href="http://www.ilvelino.it/it/article/winspeare-e-valenti-in-coppia-per-il-mockumentary-vive-le-rock/24bd81ab-da76-4075-bde1-dbd17faa48f9">Il velino</a></div>
Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-43125151466508714082013-03-05T11:47:00.002+01:002013-03-05T11:52:04.963+01:00THE MAJESTIC PLASTIC BAG - A Mockumentary<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/GLgh9h2ePYw" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
<b>The Majestic Plastic Bag - A Mockumentary</b> è uno psedo-documentario sulla favolosa vita di uno strano essere, il sacchetto di plastica.
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Ovviamente si tratta di una piccola provocazione, un tentativo ambientalista di far riflettere con un sorriso e un vago ammiccamento al celebre sacchetto di plastica del film <b>American Beauty </b>di Sam Mendes.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/8yfpPpu7bik" width="400"></iframe>
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</div>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-69815186857518622662013-01-31T00:05:00.000+01:002013-02-05T15:27:47.425+01:00RALPH SPACCATUTTO, il dietro le quinte<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/74Pmy2bohAs?list=PL347CC1B683E5030C" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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Sempre più spesso anche i film di animazione giocano la carta dei finti dietro le quinte per giocare con i personaggi protagonisti, tanto più quando alcuni di questi sono reali (anche se usciti da classici del videogame) come per <b>Ralph Spaccatutto</b> della Disney!<br />
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Compreso pure gli spot "d'epoca" del videogame da cui nasce Ralph!<br />
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<iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/wF_LJfwFsE4?list=PL347CC1B683E5030C" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-38202339318020648632013-01-17T15:50:00.000+01:002013-01-17T15:51:51.671+01:00Oscar 2012 - I documentari candidati<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Ecco le cinque pellicole in nomination per l'<a href="http://www.oscar.com/">Oscar 2013</a> nella categoria di Miglior documentario. Ovviamente nessuna di queste è ancora (e forse sarà mai) distribuita in Italia, ma cominciamo a conoscere dai trailer quelli che dovrebbero essere alcuni tra i lavori documentaristici più interessanti dell'anno. </div>
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<b>5 Broken Cameras</b> di Emad Burnat e Guy Davidi
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/q_93nOqwmhU" width="400"></iframe>
<b>The Gatekeepers</b> di Dror Moreh, Philippa Kowarsky e Estelle Fialon.
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/M1kCZmkglYs" width="400"></iframe>
<b>How to Survive a Plague</b> di David France e Howard Gertler
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/wwhFS1mUaVY" width="400"></iframe>
<b>The Invisible War</b> di Kirby Dick e Amy Ziering
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/ECOqpv45tIo" width="400"></iframe>
<b>Searching for Sugar Man</b> di Malik Bendjelloul e Simon Chinn
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/8hEojBYmR-o" width="400"></iframe>
</div>
</div>
Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0Hollywood, Los Angeles, California, Stati Uniti d'America34.0928092 -118.3286613999999934.0402132 -118.40934239999999 34.1454052 -118.24798039999999tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-18964534916010466612013-01-02T09:50:00.000+01:002013-01-02T09:50:43.994+01:00END OF WATCH - Polizia a tolleranza zero <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/2n9Z6zpXNKo" width="400"></iframe>
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Oggi presentiamo un film uscito nelle sale italiane alcuni mesi fa, che gioca una volta in più a imitare il genere dei reality show televisivi che puntano le telecamere su reali poliziotti nell'ambito del loro lavoro quotidiano. Ecco cosa ne dice il sito <a href="http://70millimetri.wordpress.com/tag/mockumentary/">70mm</a>. </div>
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<i>Il documentario falso o mockumentary (dalla fusione delle parole mock, “fare il verso” e documentary, documentario) unito al poliziesco è End of Watch, improvvisamente lasciati da parte gli horror discutibili o la fantascienza di bassa lega, il genere approda sul poliziesco con ottimi risultati, un film crudo, umano che all’inizio porta a qualche dubbio sulla moralità o correttezza della polizia, ma scena dopo scena si inizia a vivere come un poliziotto e si capiscono tante cose su alcuni atteggiamenti e sui rischi a cui vanno incontro questi uomini e donne per uno stipendio ridicolo. </i></div>
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<i>Ma il film oltre a presentare la vita lavorativa, presenta anche l’amicizia dei due poliziotti di pattuglia, la loro sfera personale, il diventare quasi fratelli e condividere tutto e a poco a poco, si inizia a pensare ai rischi reali che corrono a quanto le loro vite siano appese a un filo , tutto questo mentre la storia va avanti , suona come un eco lontano che inquieta e fa presagire qualcosa e infatti quel qualcosa alla fine accade. Il film è girato molto bene e la storia è scorrevole forse un po ovvia ma come può essere ovvia la vita delle persone normali, non si può che restare colpiti dal film e dal finale, una piccola opera fatta molto bene. </i></div>
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<i>I due attori protagonisti Jack Gyllenhaal e Michael Pena riescono senza fronzoli a interpretare in modo credibile il ruolo di poliziotti di pattuglia, è bello rivedere Gyllenhaal in un ruolo umano e umanizzato senza mitizzazione o fantasie, attore che ho iniziato ad apprezzare con il dimenticato “Cielo d’ottobre” bellissimo film sulla paura “rossa”, Michael Pena va ricordato per World Invasion e Tower Heist.</i></div>
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Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-66181212657231847332012-12-03T18:24:00.002+01:002012-12-03T18:27:37.605+01:00L'AMBASSADE di Chris Marker<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/4CF-FEuz2zc" width="400"></iframe><br /></div>
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<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">Another extraordinary film by Christian François Bouche-Villeneuve, a.k.a. <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Chris_Marker">Chris Marker</a>, <b>L’ambassade </b>constitutes an anecdotal response to Pinochet’s September 11, 1973, military coup against Chile’s democratically elected Allende government. It risks charges of coyness and rank manipulation in order to create a compelling pseudo-documentary portrait of two things: the chaos that the coup wrought; the wider implication fordemocracies elsewhere. At the last we learn that what we thought was the French embassy in Santiago is really some other embassy in Paris. It is in Marker’s France that dissidents are being rounded up daily and mass executed nightly. One wonders whether Marker was familiar with the sixties U.S. Twilight Zoneepisode in which Agnes Moorehead wars with tiny alien invaders, who it turns out are the U.S. military. The set-up lays claim to serendipity. Some unidentified cameraman, whose voiceover we listen to, is among those who have reached sanctuary in the embassy and await safe conduct out of the country.</span><br />
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Helvetica Neue, Arial, Helvetica, sans-serif;">People bond as the ambassador, to encourage that everyone pull together, vacuums the floor in their suite. Armed with his handheld camera, the speaker shoots everything in Super 8, achieving a raw facsimile of cinéma-vérité. The silent footage protects the final surprise awaiting us but also consigns the pulsating present to an archival repository of repetitive fascist history. By degrees dissidents become contentious, revealing the fractiousness of the Left that, Marker implies, facilitates right-wing inroads and coups. There are so many “Lefts” confronting the Right, a monolithic beast that can count on the support of the C.I.A. Marker therefore takes aim at the complacency of those “good guys” who fail to grasp that their potential to ward off political demons resides in their solidarity, not their free expression or creative individualism.</span><br />
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<span style="color: #333333; font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.78333282470703px;">Via | </span><a href="http://grunes.wordpress.com/2007/12/18/embassy-chris-marker-1973/" style="font-family: 'Lucida Grande', Verdana, Arial, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 16.78333282470703px;">Grunes</a><br />
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<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/o-QTpH3bTWI" width="400"></iframe></div>
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Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-83918317749307284962012-11-27T13:17:00.000+01:002012-11-27T13:20:08.789+01:00HANDS SOLO - Il pornodivo (sordo) dalle mani d'oro <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/KOSiaOmLoh0" width="400"></iframe></div>
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Cosa succede se un "non udente" diventasse una star internazionale di film per adulti, grazie al modo eccezionale di usare le sue mani?</div>
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<b>Hands Solo </b>è un corto mockumentary su uno di loro, che ce l'ha fatta!
Ho scoperto questo corto di <a href="http://wlmager.tumblr.com/">William Mager</a>, quasi per caso. Alla ricerca di informazioni su Deaf Mugger, un cortissimo visto ad un festival che speravo di invitare a <a href="http://www.cortisonici.org/">Cortisonici 2013</a>. Sul sito di William scopro che il tema della sordità è al centro di molti dei suoi lavori e questo film (ovviamente) non poteva che attirare la mia attenzione.</div>
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Ecco cosa scrive il regista a proposito di questo corto:</div>
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<i>Three years ago this month, I was in the pub with Charlie Swinbourne watching the end of a disappointing Euro 2008 game, when he reached into his rucksack and brought out a script he wanted me to read. It was called HANDS SOLO. I knew right there and then I wanted to make that film no matter what. It was the start of a beautiful working relationship, and a long filmmaking process.
3 years later, after many late night meetings, email exchanges, filming days and editing, Hands Solo has been round the world at various festivals, won lots of awards, reviewed in Empire magazine and Sight and Sound, shocked a few people and made even more people laugh. We've even caused an outrage in The Daily Mail which means we've finally become truly famous... </i></div>
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Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-56391956255762328852012-10-30T11:48:00.001+01:002012-10-30T11:53:53.380+01:00ARGO e i falsi film nei film <iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/w918Eh3fij0" width="400"></iframe><br />
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><i>La storia di un'improbabile missione compiuta nel '79 dalla CIA e dal governo canadese per contrastare l'occupazione dell'ambasciata americana da parte di un gruppo di rivoluzionari iraniani. Il piano infatti, fu quello di portare in salvo sei importanti diplomatici statunitensi che dovettero fingersi attori di un fantomatico film chiamato "Argo".</i> (da <a href="http://www.movieplayer.it/film/argo_29232/">movieplayer</a>). </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Vedrò questa sera in anteprima il nuovo film di Ben Affleck che racconta la surreale vicenda (a quanto pare vera) legato alla finta realizzazione di un film. Ma quante volte abbiamo visto al cinema la costruzione di un falso film? Mi spiego meglio, non parlo del metacinema di <a href="https://www.youtube.com/watch?v=uT4TOdlQ0jU">Effetto notte</a>, ma della rappresentazione di una falsificazione cinematografica? </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il primo esempio che mi viene in mente è quello di <b>Sesso e Potere</b> (<i>Wag the Dog</i>) di Barry Levinson.</span><br />
<iframe width="400" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/TxfThO_oGo0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Una declinazione televisiva di questa falsificazione è </span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">La seconda guerra civile americana </b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">(</span><i style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">The second civil war</i><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">) di Joe Dante</span><br />
<iframe width="400" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/5sMkleuRBQY" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Frank Oz invece racconta un folle set cinematografico con una star inconsapevole nell'esilarante </span><b style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">Bowfinger</b><span style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;">, un set finto per un film vero?</span><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/PaFJwh9Sst4" width="400"></iframe> </span><br />
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><b>Be Kind Rewind </b>di Michel Gondry invece racconta una storia surreale di film "maroccati£ ma con uno splendido finto documentario che chiude il sogno cinematografico amatoriale di Jack Black.</span><br />
<iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/J7C8nHAAs70" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">In anticipo sul bellissimo <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/01/operazione-luna.html">Operazione Luna</a> di William Karel, il film <b>Capricorn One </b>di Peter Hyams cavalcava le teorie complottistiche sulla corsa allo spazio americana, ribaltandola sulla conquista del pianeta Marte che sarebbe avvenuto solo all'interno di uno studio televisivo. </span></div>
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/vjGumnQ1cZ0" style="font-family: Georgia, 'Times New Roman', serif;" width="400"></iframe><br />
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Ne conoscete altri? Scrivetemeli nei commenti!Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-45461971620793311792012-10-28T11:41:00.004+01:002012-10-28T11:41:59.148+01:00GYPAETUS HELVETICUS - Un documentario animato sui rapaci svizzeri<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="allowfullscreen" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/irDrNFJEQ0w" width="400"></iframe></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">La serata finale del festival del cinema di montagna di Milano <a href="http://www.centrosanfedele.net/easyne2/LYT.aspx?Code=CCSF&IDLYT=903&ST=SQL&SQL=ID_Documento=2648">Terre Alte</a>, alla sua prima edizione, ci ha regalato un piccolo gioellino animato che, con una rapida ricerca, ha avuto parecchio successo in molti festival anche perché un cortometraggio animato riesce così a divertire ma anche a parlare di ambiente e di montagna. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Si chiama <b>Gypaetus Helveticus</b> di Marcel Barelli e racconta con grande ironia il tentativo di reintrodurre sulle montagne svizzere il Gipeto, un grande rapace, che fu sterminato per colpa di superstizioni e maldicenze montanare. </span></div>
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<span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;"><br /></span></div>
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<span style="line-height: 17px;"><span style="font-family: Georgia, Times New Roman, serif;">Il sito di <a href="http://www.cinemambiente.it/film_ambiente/6204_GypaetusHelveticus.html">Cinemambiente </a>lo descrive così: <i>Il gipeto, altrimenti noto come «avvoltoio degli agnelli», rimane, della sua specie, quello di maggiori dimensioni tra i nidificanti in Europa, oltre a essere quasi scomparso dalle Alpi. Un fenomeno legato alle false accuse di pericolosità, che per Marcel Barelli diventa lo spunto per un’altra storia: quella del rapporto tra la Svizzera e gli stranieri, quei pericolosi elementi destabilizzanti che non appartengono al paesaggio e turbano la tranquillità del paese.</i></span></span></div>
Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com1Via dei Mercanti, Milano, Italia45.4654542 9.18651645.3763652 9.0285874999999987 45.554543200000005 9.3444445tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-64134630717262581922012-10-19T08:27:00.001+01:002012-10-19T08:30:50.911+01:00FRAKTUS - L'epopea della techno berlinese<iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/iHDCE1BISYY" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>
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Arriva dalla Germania la segnalazione di un nuovo rock-mockumentary che promette uno sguardo decisamente nuovo e divertente sul genere musicale più in voga nella capitale tedesca. Il film è uscito nelle sale della Germania dall'inizio di novembre. Scopriamo notizie a proposito su un blog berlinese, scritto da uno dei tanti italiani espatriati nella città "del Muro". Ecco cosa racconta.</div>
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<i><b><a href="http://www.imdb.it/title/tt1971571/">Fraktus – Das letzte Kapitel der Musikgeschichte</a></b> è un mockumentary tutto da ridere che rivede la storia della techno portando alla ribalta una band tedesca – i Fraktus del titolo – a cui secondo più fonti autorevoli andrebbe attribuito il merito di essere il precursore del genere musicale che regna a Berlino. Girato da Lars Jessen, il documentario sul trio electropop che sul finire degli anni ’70 rivoluzionò col suo stile la scena musicale è un tentativo di rimettere insieme i matti e diversi tra loro membri della band per un bizzarro quanto interessante comeback. E’ questa l’ardua intenzione del manager musicale Roger Dettner che si mette in viaggio alla ricerca di Dirk “Dickie” Schubert, Torsten Bage e Bernd Wand, interpretati rispettivamente dai geniali Rocko Schamoni, Heinz Strunk, Jaques Palminger dello Studio Braun, per convincerli a calcare ancora una volta il palco insieme. La conflittualità è stata sempre all’ordine del giorno fra i tre – e nel documentario l’attrito emerge continuamente e in modo del tutto ilare – per via delle loro diverse personalità: mentre Dickie pensava alla fama, Bernd si concentrava sulla ricerca di nuovi suoni e Torsten si preoccupava soprattutto dei risvolti commerciali.
I Fraktus non hanno mai raggiunto il successo commerciale: nel 1983 riescono a scalare la classifica tedesca con la canzone “Affe sucht Liebe” e nello stesso anno la loro carriera si conclude quando durante il concerto al Turbine di Amburgo un incendio distrugge il loro essenziale equipaggiamento strumentale, rigorosamente artigianale. </i></div>
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<i>Sebbene abbiano avuto vita breve e il loro nome sia finito presto nel dimenticatoio, molti tra dj, produttori e musicisti attribuiscono ai Fraktus – e non a gruppi più famosi come i Kraftwerk, gli Yello, i New Order – lo status di precursori dell’elettronica. Da H.P. Baxxter (Scooter) a Westbam, da Stephan Remmler (Trio) a Blixa Bargeld (Einsturzende Neubauten), in molti sono gli artisti a essere stati coinvolti nel documentario per lasciare la loro testimonianza sui Fraktus, e ognuno di loro ha ammesso di dover molto allo squinternato trio in termini di influenze e ispirazioni.
Quando Dettner riesce a incontrare i tre membri dei Fraktus, per noi il divertimento ha inizio: Dickie – colui che si definisce il fulcro dei Fraktus – lavora nell’internet café “Surf’n'Schlurf” sperando di fare musica con tutti i musicisti del mondo grazie alla rete, Bernd è impegnato nell’ottica di famiglia sperimentando nuovi suoni insieme ai suoi genitori e Torsten vive a Ibiza tentando senza successo la strada del produttore. Ovviamente quando Dettner propone loro una reunion nessuno dei tre accoglie con entusiasmo l’idea, anche perché sono passati ormai secoli dall’ultima esibizione e nel corso degli anni si sono volontariamente persi di vista. In qualche modo, però, riesce a convincerli e insieme cercano una via per ritornare sul palcoscenico. </i></div>
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<i>Nella loro stravaganza e follia, decidono di fare le cose in grande e di partecipare ad un live show della portata del Melt! Festival – vicino Berlino – ottenendo la disapprovazione della folla pronta a lanciare di tutto sul palco pur di farli smettere. Per conquistare un pubblico più giovane i Fraktus hanno bisogno di un restyling, pertanto il loro manager li porta in studio per ritoccare la loro musica e ottenerne una versione House, soluzione che finisce per trasformarsi in una catastrofe. Sull’orlo della crisi, i tre sono consapevoli di avere solo un’ultima chance per ritornare alla vecchia gloria e architettano un piano estremo per provarci. Ce la faranno i Fraktus a risplendere ancora o il loro ritorno sarà solo un flop? Fraktus – Das letzte Kapitel der Musikgeschichte è un’esperienza altamente consigliata sia perché è un’iniezione di divertimento puro sia perché con le sue clip musicali ci racconta un pezzo di storia della musica che vale la pena rispolverare. </i></div>
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Da <a href="http://berlinocacioepepecinema.com/2012/10/17/fraktus-das-letzte-kapitel-der-musikgeschichte-a-crazy-comeback/">Berlino Cacio e Pepe Cinema</a>
</div>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0Berlino, Germania52.519171 13.406091252.209997 12.7743772 52.828345 14.037805200000001tag:blogger.com,1999:blog-5496283285339927217.post-1114751569596306072012-10-16T12:47:00.001+01:002012-10-16T12:56:58.241+01:00VERO (E') FALSO - Documentamy porta a Varese i mock<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.filmstudio90.it/public/locandine_eventi/documenta_my.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="134" src="http://www.filmstudio90.it/public/locandine_eventi/documenta_my.jpg" width="320" /></a></div>
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<i>Quando nel lontano 1938, Orson Welles terrorizzò gli Stati Uniti con la sua versione radiofonica de La Guerra dei Mondi di H.G Welles ancora non sapeva di che stava gettando le basi per quello che quasi mezzo secolo dopo si sarebbe trasformato nel più curioso, attuale e controverso dei generi cinematografici. In bilico tra realtà e finzione, capace di destreggiarsi tra satira e critica sociale, semplice parodia o cinica decostruzione, il genere del mockumentary trascende quello che è il significato letterale con cui lo si potrebbe tradurre. Molto di più di una burla, di una presa in giro e di una manipolazione linguistica, il mockumentary è un genere capace di scardinare le sicurezze dello spettatore, di porre la fondamentale domanda “sei proprio sicuro che quello che stai guardando è vero?”. Dal mutante Leonard Zelig di Woody Allen al pioniere cinematografico Colin McKenzie di Peter Jackson quello che un mockumentary può raccontare come vero ha come solo limite l’immaginazione. Vero (è) falso è la una sezione speciale dedicata al falso documentario da Documentamy e curata dal critico e documentarista varesino Carlo Prevosti.</i></div>
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<i><b>Vero (è) falso</b> è realizzato in collaborazione con <a href="http://www.pdff.eu/">Piemonte Documenteur filmfest</a> unico festival europeo dedicato a questo genere, di cui verranno proiettate le opere vincitrici delle ultime edizioni. Visioni notturne, divertenti e divergenti per allietare il pubblico varesino. Al mockumentary verrà inoltre riservata anche l’apertura del festival: mercoledì 7 novembre a Filmstudio verrà presentato Il Mundial Dimenticato – La vera incredibile storia dei Mondiali di Patagonia di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni. Un film da non perdere su un episodio storico realmente (non) accaduto.</i></div>
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Ecco una breve presentazione di quello che succederà a Varese nel corso della prima edizione del festival <a href="http://www.filmstudio90.it/eventi/ev_index.asp?id_evento=76">Documentamy</a>, tra il 7 e l'11 novembre 2012. Quindi non resta che dare l'appuntamento a <a href="http://www.filmstudio90.it/">Filmstudio90</a> con Carlotta Givo, responsabile del <b>Pdff</b> che presenterà alcuni dei migliori film prodotti nelle 3 edizioni del festival!<br />
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Colpevolmente ci accorgiamo solo ora di non aver mai parlato dello splendido film di Garzella e Macelloni, di cui trovate qui sotto il trailer. Un viaggio alla scoperta di un campionato mondiale decisamente differente rispetto a quelli ufficiali, attraverso suggestioni che non possono non portare alla mente classici come <a href="http://falsidocumentari.blogspot.it/2007/01/forgotten-silver-di-peter-jackson.html">Forgotten Silver</a>.
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<iframe width="400" height="225" src="http://www.youtube.com/embed/nSdpK9pemJc" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Carlo Prevostihttp://www.blogger.com/profile/08260257521116120446noreply@blogger.com0Via C. de Cristoforis, 5, 21100 Varese VA, Italia45.8210184 8.831422245.8196354 8.8289547 45.8224014 8.8338897