giovedì 25 gennaio 2007

DEATH OF THE PRESIDENT di Gabriel Range

I mass media hanno una grande importanza per la costruzione della realtà quotidiana, o per lo meno della percezione che il pubblico ha di essa. Il cinema può assumere le stesse forme linguistiche, utilizzate a scopo di propaganda, per stravolgerle e utilizzarle in modo differente.
Quande le notizie vengono trasmesse nelle case degli spettatori, esse sono costruite e filtrate attraverso una molteplice rete di codici, fra cui il montaggio ricopre un ruolo fondamentali per mascherare la verità oggettiva. Il pubblico ha assunto che determinati codici, per esempio la camera a mano, i video di sorveglianza, pur avendo una qualità piuttosto bassa, mossi e sgranati, vengono però assimilati come immediati, ovvero non manipolati. Essi in qualche modo appaiono più reali e noi siamo abituati a fidarci di loro.
In alcuni casi non c’è nulla di reale e obiettivo nelle immagini che vengono ritenute tali. La società dell’informazione è entrata in una nuova fase in cui i video user generate pubblicati on-line possono essere considerati alla stregua di un giornalismo popolare, che dovrebbe essere considerato come un nuovo media in grado di avvicinarsi alla realtà, o per lo meno alla verità.
I film mockumentary metto in gioco la possibilità dello spettatore di discernere tra la pretesa realtà di certe immagini cinematografiche e la menzogna che sta alla base della fiction in generale. In certi casi il filmaker si spinge verso territori sconosciuti, al limite di incoscienza spettatoriale in cui diventa un gioco da equilibristi districarsi sul confine tra realtà e finzione.
Questo è il caso del recente mockumentary prodotto e messo in onda dalla televisione inglese Channel 4, Death of a President. Con uno stile che dimostra un’abilissima capacità di mistificazione e di mimesi linguistica, il film racconta degli eventi che seguono l’assassinio di Geroge W. Bush, ipoteticamente ucciso nel febbraio 2007. Evidentemente i fatti descritti non sono ancora successi, considerato che (ancora per poco) si tratta di un prossimo futuro, e il cartello introduttivo lo dichiara in modo insindacabile. Il film che ne segue mostra invece scene che uno spettatore “disattento” non può non considerare veritiere.
''We live in fictitious times. We live in a time where we have fictitious election results that elect a fictitious President. We live in a time where we have a man sending us to war for fictitious reasons… Shame on you, Mr Bush, shame on you.''
Michael Moore, Independent Film-maker

''Documentary concerns itself with representing the observable world, and to this end works with what [John] Grierson called the raw material of reality. The documentary draws on past and present actuality — the world of social and historical experience — to construct an account of lives and events. Embedded within the account of physical reality is a claim or assertion at the centre of all non-fictional representation, namely, that a documentary depiction of the socio-historical world is factual and truthful.''
Keith Beattie, via Reality Film

Death of a President utilizza la forma del mockumentary in ogni sua possibilità narrativa per costruire una realtà alternativa.- Materiale di archivio, interviste a persone reali e eventi dal vivo vengono ulitizzati e manipolati attraverso il montaggio con materiale di fiction. Impossibile non chiedersi se sia successo realmente o meno. Ecco alcuni brani del film.

La seguente clip è un vero manuale di tecniche di mistificazione.

In questa clip finale possiamo vedere come vengano orchestrati materiali di fiction con riprese reali. Il risultato è assolutamente convincente, drammatico e verosimile anche grazie all’eterogeneità dei mezzi utilizzati (foto, interviste, camere di sicurezza).

Anno: 2006
Regia: Gabriel Range
Sceneggiatura: Simon Finch
Produzione: Channel 4
Direttore della fotografia: Graham Smith
Montaggio: Brand Thumim
Durata: 90'
Nazione: Gran Bretagna

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