martedì 15 novembre 2011

L'ERA LEGALE, un mockumentary anti-camorra



Sarà presentato al Torino Film Festival il film L'era legale, del regista e sceneggiatore napoletano Enrico Caria, girato nel centro della città partenopea. La pellicola racconterà le tragicomiche avventure di una sorta di Zelig napoletano che, in un futuro prossimo venturo, partendo da un basso dei Quartieri Spagnoli, diventerà sindaco di Napoli e riuscirà a sconfiggere definitivamente la criminalità organizzata grazie alla legalizzazione delle droghe che azzererà i proventi del narcotraffico (qui, due foto di scena). Nei panni del protagonista, Nicolino Amore, c'è l'attore Patrizio Rispo, che però, proprio come nel film di riferimento di Woody Allen, Zelig appunto, è inserito all'interno di quello che è, a tutti gli effetti, un mockumentary, cioè un falso documentario. (articolo su Corriere)


Continua dopo, con il trailer.




Ho incontrato Caria qualche giorno fa, per un'intervista che ho realizzato per il quotidiano Il Mattino. "Per quanto parodistico e di fantasia - mi ha raccontato il regista - il lavoro è confezionato come un documentario vero: quindi, più classico è dal punto di vista formale, più il gioco sarà divertente e la
 sua provocazione riuscita. Perciò, mi sono rifatto allo stile del documentarismo storico e scientifico anglosassone, con voce del narratore, intreccio di immagini di repertorio e amatoriali, uso di fotografie e interviste a gente comune o a testimonial autorevoli come, per esempio, Roberto Saviano, che è apparso già nel mio precedente Vedi Napoli e poi muori, Tano Grasso, Amato Lamberti, Dario Fo, Ettore Scola. Il narratore sarà Stefano De Sando, cioè la voce italiana di James Gandolfini e di Robert De Niro dopo la scomparsa di Ferruccio Amendola. Sarà lui a riportare seriamente le varie situazioni comiche, mentre le false immagini di repertorio saranno girate appositamente con lo stile del reportage e gli intervistati parleranno del presente come se fosse il passato. In questo modo, nel film si mescoleranno finzione e realtà, favola e denuncia, analisi e sogno, con tanto di lieto fine".

D'altra parte, Enrico Caria nasce come giornalista satirico e anche al cinema ha privilegiato spesso i toni della commedia graffiante e surreale, capace di dire qualcosa sulla realtà circostante e, in particolare, sulla piaga della criminalità organizzata meridionale (come nella trilogia fanta-criminale composta da 17, Carogne e Blek Giek). "Credo che attraverso la commedia - mi ha spiegato ancora Caria - si possa andare in profondità nell'analisi di questioni scottanti come la criminalità o il narcotraffico, però riuscendo anche a fare buon intrattenimento per coinvolgere più spettatori possibile".

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