Il conduttore: "Volevamo solo far capire quant'è difficile trovare un donatore"
"L'annuncio dello show aveva scatenato polemiche e indignazione in tutta Europa Olanda, rene in palio al reality"
"Stanotte accadrà qualcosa che non si è mai visto prima in televisione", ha detto il conduttore Patrick Lodiers. E in effetti era quello che, nel bene e soprattutto nel male, tutti si aspettavano. Ovvero, la messa in onda della puntata unica del Big Donor Show, il contestato reality prodotto dalla Endemol - società recentemente acquistata da Mediaset - in onda alle 20.30 sulla tv pubblica olandese Bnn, nel quale veniva messo "in palio" un rene a beneficio di uno fra tre dializzati. Cameraman, fotografi, giornalisti mobilitati nello studio televisivo, colti di sorpresa dal colpo di teatro: "Qui non diamo via alcun rene, sarebbe troppo anche per noi" ha detto Lodiers nel momento cruciale della diretta, cioè proprio quando la donatrice, malata terminale di tumore al cervello, avrebbe dovuto scegliere a chi, fra i tre concorrenti dializzati, destinare il suo organo. Niente da fare: la protagonista, Lisa, era un'attrice, mentre i tre concorrenti, veri dializzati, avevano accettato di stare alla messa in scena.
Insomma, una burla, uno scherzo. Di cattivo gusto, anche se con nobili scopi, almeno dal punto di vista dei produttori. "Se lo show fosse stato vero - spiega Paul Romer, di Endemol Olanda - avrebbe davvero scioccato ma quello che in realtà volevamo denunciare è molto più drammatico. Volevamo aprire un dibattito su questo tema in Olanda, e ci siamo riusciti. In effetti l'impatto che ha avuto - aggiunge - è stato molto più grande di quanto potevamo immaginare". Del resto il problema, insiste Romer, "supera i confini olandesi e riguarda tutta l'Europa. Il messaggio è che la gente si attivi, e se ne faccia carico. Solo il 12% degli europei ha dato il suo consento alla donazione di organi, ed è un dato in diminuzione, mentre 40 mila persone in tutta Europa, in questo momento, stanno aspettando un organo. Il risultato è che tra il 15 e il 30% di loro muore prima di arrivare a un trapianto". Un'iniziativa, quella dello show-beffa, che ha coinciso con il quinto anniversario della scomparsa del fondatore del network, Bart de Graaff, morto dopo aver aspettato per sette anni, invano, un trapianto. Il programma aveva scatenato critiche da più parti in Europa, come quelle del commissario Ue alla salute, Markos Kyprianou, "scioccato" della notizia, ricevuta proprio nel giorno in cui la Commissione aveva varato un piano per dare impulso ai trapianti. Poi, i commenti del governo olandese: un programma "fuori luogo e moralmente non accettabile", aveva fatto sapere il ministero della Salute, pur non ritenendo di dover vietare la messa in onda perché "sarebbe stata una censura" non prevista dalla Costituzione. Contrario al programma il premier olandese Jan Peter Balkenende: "Non lo guarderò", aveva detto, in linea con il 61% degli olandesi che, in un sondaggio, aveva giudicato la scelta "di cattivo gusto".
Da Repubblica
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