Il documentario italiano difficilemente osa scegliere posizioni innovative dal punto di vista enunciativo. Le storie raccontate possono essere eversive, anarchiche, contro il sistema, ma il linguaggio utilizzato difficilmente prende una posizione poetica nei confronti della forma del documentario.
Arrakis è un progetto che rompe questi schemi, racconta per immagini i luoghi dell’abbandono industriale italiano, e attraverso le parole esprime i ricordi e le accuse di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni.E’ la particolare voce di un laringectomizzato. Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dall’amianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica.
Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.
Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dell’azienda. Lo sapeva l’assessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai che c’erano dentro. E così ci hanno condannato a morte, a menomazioni, ma non solamente noi che lavoravamo all’interno della fabbrica. Perché le fabbriche non sono state costruite sotto una campana di vetro […]
Motivi e obiettivi
Arrakis non vuole essere un’inchiesta sul problema amianto, non vuole essere un documentario di archeologia industriale.Vuole rappresentare invece, secondo criteri più vicini al modo poetico di fare documentario, un tributo a quelle persone che hanno sofferto in nome del progresso e a quei luoghi che sono stati incredibili simboli di quello stesso progresso.
Arrakis è un attestato di esistenza per persone e luoghi dimenticati.L’obiettivo comunicativo non è informare, ma emozionare.Suscitare interesse verso problemi di cui molto scarsa è la percezione del pericolo.
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