Oggi presentiamo un film uscito nelle sale italiane alcuni mesi fa, che gioca una volta in più a imitare il genere dei reality show televisivi che puntano le telecamere su reali poliziotti nell'ambito del loro lavoro quotidiano. Ecco cosa ne dice il sito 70mm.
Il documentario falso o mockumentary (dalla fusione delle parole mock, “fare il verso” e documentary, documentario) unito al poliziesco è End of Watch, improvvisamente lasciati da parte gli horror discutibili o la fantascienza di bassa lega, il genere approda sul poliziesco con ottimi risultati, un film crudo, umano che all’inizio porta a qualche dubbio sulla moralità o correttezza della polizia, ma scena dopo scena si inizia a vivere come un poliziotto e si capiscono tante cose su alcuni atteggiamenti e sui rischi a cui vanno incontro questi uomini e donne per uno stipendio ridicolo.
Ma il film oltre a presentare la vita lavorativa, presenta anche l’amicizia dei due poliziotti di pattuglia, la loro sfera personale, il diventare quasi fratelli e condividere tutto e a poco a poco, si inizia a pensare ai rischi reali che corrono a quanto le loro vite siano appese a un filo , tutto questo mentre la storia va avanti , suona come un eco lontano che inquieta e fa presagire qualcosa e infatti quel qualcosa alla fine accade. Il film è girato molto bene e la storia è scorrevole forse un po ovvia ma come può essere ovvia la vita delle persone normali, non si può che restare colpiti dal film e dal finale, una piccola opera fatta molto bene.
I due attori protagonisti Jack Gyllenhaal e Michael Pena riescono senza fronzoli a interpretare in modo credibile il ruolo di poliziotti di pattuglia, è bello rivedere Gyllenhaal in un ruolo umano e umanizzato senza mitizzazione o fantasie, attore che ho iniziato ad apprezzare con il dimenticato “Cielo d’ottobre” bellissimo film sulla paura “rossa”, Michael Pena va ricordato per World Invasion e Tower Heist.
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